ormai da un anno stiamo vivendo una rivoluzione epocale delle nostre vite, una vera e propria rivoluzione scientifica nel senso che Kuhn dava a questo termine. Se all’inizio poteva sembrare un male passeggero, con il tempo è emerso chiaramente che da ieri in poi tante cose cambieranno.
Cambierà il nostro modo di lavorare, di stare in relazione agli altri, di viaggiare, di essere genitori, amici, parenti. Di fronte a tutto ciò non eravamo preparati. Ciò ha aumentato il senso di vuoto, di smarrimento, fino ad arrivare nei casi più gravi a depressioni e disturbi d’ansia o di panico.
In natura le specie evolvono proprio di fronte a cambiamenti repentini. Noi siamo parte di questa natura, di questo ecosistema “mondo”, ed inevitabilmente l’essere impreparati al cambiamento non vogliamo che si trasformi in uno svantaggio selettivo.
Ha senso quindi iniziare un percorso di psicoterapia in un periodo di forte crisi?
Ovviamente si.
Per ripartire, per non rinchiudersi in un angolo di visuale troppo stretto e farsi schiacciare dal susseguirsi degli eventi, per attingere alla propria resilienza, per continuare a sorridere della nostra esistenza.
“Il figlio di Giapeto, intrisa la terra vergine con l’acqua di un fiume, la plasmò a immagine degli Dei che reggono l’Universo. E mentre gli animali tutti li aveva creati con lo sguardo rivolto verso terra, all’uomo concesse un viso eretto in modo che potesse mirare il cielo e volgere lo sguardo verso le stelle.”
Ovidio, Metamorfosi