Esplorazioni Terapeutiche

mentre la missione NASA su Marte va avanti, un interessante articolo sull’esperimento MOXIE – Mars Oxygen in situ Resource Utilization Experiment – mi ha ricordato cosa facciamo su scala molto più piccola e molto più vicini a casa della sonda Perseverance.

Il piccolo ma utilissimo apparecchio che viene utilizzato per questo esperimento permette di separare le molecole di ossigeno dal biossido di carbonio che è presente in ingenti quantità nell’atmosfera marziana, per questo invivibile all’uomo, essendo appunto priva di ossigeno allo stato puro come sulla Terra.

La NASA, al pari delle altre agenzie aerospaziali, immaginando in un futuro sempre più vicino la presenza umana sul pianeta rosso, si è posta il problema di come rendere respirabile l’aria. Trasportarla sarebbe troppo oneroso. Hanno quindi optato per la produzione in loco, essendo comunque l’ossigeno presente sotto forma di composto assieme al carbonio.

Tale attività è del tutto trasponibile a quella psicoterapeutica.

Le metafore in Gestalt sono preziose, e mi viene da dire generanti. Generano cioè senso.

Leggendo questo articolo ho ricordato come la psicoterapia gestalt faccia un po’ la stessa cosa. Ogni paziente presenta, inizialmente, un mondo interiore – l’intrapsichico – che a volte sembra arido, inesplorato ed inesplorabile. Alla stessa stregua di Marte.

Per rendere abitabile quel mondo occorre cominciare a separare le istanze e permettere un dialogo tra le parti dell’intrapsichico, perchè dal movimento si genera la vita e si supera lo stallo o comunque la problematicità del monoblocco intrapsichico inesplorato. Separando i vari aspetti della personalità, le varie istanze, i vari bisogni e desideri la persona torna a percepire il suo corpo ed i suoi veri bisogni. Di conseguenza può tornare a progettare e creare.

Questa operazione ovviamente non è a costo zero, proprio come la creazione di ossigeno. La temperatura che l’estrattore raggiunge nel corso del processo è di 800 gradi, ed alla fine viene rilasciata nell’atmosfera una molecola di carbonio. Proprio come in terapia: l’operazione di dialogo delle varie istanze intrapsichiche ha un costo, è dispendiosa, il paziente lotta, suda, piange, a volte si difende, ma alla fine riesce a separare le parti ed avere una migliore visione d’insieme. In termini fisici, produce e brucia calore. E anche lui, come il piccolo Rover, lascia un residuo sulla poltrona del nostro studio, ovvero la vecchia visuale del problema che gli rendeva quel piccolo aspetto esistenziale assai, o in qualche modo, gravoso.

Appare evidente quindi come il materiale per compiere questa operazione fosse già presente a livello intrapsichico, ma inservibile, come il biossido di carbonio citato poco fa.

Per permettersi una vita migliore, proprio come accade all’apparecchio MOXIE di Perseverance, non occorre andare chissà dove. E’ già tutto lì. Si tratta solo di dargli un’altra forma.

Per permettere alla vita di ripartire.

Proprio come un giorno, chissà, su Marte.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: