Solitudine

La solitudine, questa conosciuta amica. Viene ogni tanto e ci prende per mano portandoci nei deserti senza sentimenti se non quelli propri della tristezza, della malinconia.

Non puoi vivere con lei ma non puoi neanche vivere senza di lei. Quanti grandi menti sia contemporanei sia del tempo passato hanno munto il latte dell’ispirazione dalle mammelle della saudade? E quale creativo può affermare di aver creato senza mai avere avuto questa fedele compagna al suo fianco?

Possiamo considerarla come una nemica indispensabile. Si, perché se è vero che quando arriva fa male è pur vero che è proprio nel rialzarsi dopo che lei se ne è andata che l’atto creativo nasce. Come dopo una rovinosa caduta che ci richiede le migliori energie per rialzarci. Vi è persino una scuola di pensiero, nata in Australia, che ritiene la solitudine come conditio sine qua non per la creatività. Probabilmente perché è nella solitudine che si entra in contatto con il lato più profondo di noi stessi.

Photo by Alex Padurariu on Unsplash

Ma, più concretamente, quando la solitudine si affaccia nella nostra vita troppo spesso e a intervalli ravvicinati che fare? Indubbiamente la solitudine viene a causa dei nostri pensieri i quali generano poi a loro volta gli stati d’animo. Dobbiamo quindi arrenderci: al di fuori del contesto sociale che la può generare la solitudine viene perché siamo noi che la chiamiamo.

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