Poteri forti

Eravamo giovani, giovani e folli come solo i giovani sanno esserlo. Forte in noi la spinta propulsiva, grande l’amore per l’ideale il quale era, manco a dirlo, un ideale di libertà.

Tutti uguali e ugualmente liberi. Peccato. Peccato per cosa vi starete chiedendo. Peccato che nessuno sapesse veramente cosa comporta far funzionare uno stato.

Però faceva tanto IN non avere tabù ne freni inibitori. Tutto era possibile e questa cosa noi la chiamavamo libertà e la via per arrivarci rivoluzione.

Photo by Colin Lloyd on Unsplash

Una generazione era prossima al fallimento e i suoi sogni prossimi a diventare incubi.

La rabbia che covava dentro e che avrebbe dovuto essere indirizzata contro le ingiustizie presto divenne invidia. Si odiava per categorie trasformando un movimento che avrebbe dovuto essere libertario in un qualcosa di diverso. Cosa? Una intera generazione sbagliò deviando dal percorso democratico verso l’illegalità di massa. Immaginare che un movimento così sciaguratamente fatto potesse sconfiggere i “poteri forti” e innalzare la bandiera rossa sul Quirinale e, nel contempo, far abbeverare i cavalli dei cosacchi nella fontana di San Pietro poteva significare una sola cosa: la follia aveva preso posto in noi.

In quegli sciagurati anni l’Italia annoverava il più grande partito comunista d’occidente.

Oggi mentre osserviamo il risorgere di antichi slogan propri del ventennio non possiamo non chiederci:” ma noi, noi di sinistra … dove siamo finiti?”. Potrete trovare chi con la rivoluzione ha trovato le comodità nei salotti perbene a pontificare su costituzione, profilo costituzionale, eccetera. Quella sinistra che tanta presa fece, complice il momento storico favorevole, sulle masse ebbene: dov’è? Chi è che parla alle periferie, agli emarginati. Chi promette pace, sviluppo e benessere? Lo schieramento opposto.

Si è verificata, al pari di contenuti, una inversione di schieramenti che vede intatte una sola cosa: le promesse elettorali! Nulla più. E così chi si richiama a certi ideali non esita a dichiararsi fascista, mentre invece dallo schieramento opposto nessuno si richiama a niente. In mezzo a queste due spinte il cittadino.

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